Knives out: il delitto è non vederlo

di Oskar |

Le premesse

Il regista Rian Johnson firma il misterioso Cena con delitto (Knives out è il titolo originale), ingaggiando attori che hanno avuto, o hanno tuttora, un innegabile fascino sul pubblico: Chris Evans (negli Avengers era Capitan America), Daniel Craig, Jamie Lee Curtis in formato sale e pepe, il redivivo Don Johnson e Christopher Plummer, distinto ed elegante come sempre.

Gli ingredienti di questa Cena con delitto, che supera di poco le due ore, sono il giallo, la commedia e un pizzico di thriller. Un impasto ben riuscito che è valso per il momento alcune lusinghiere candidature ai prossimi Golden Globe.

 La trama

La ricca e numerosa famiglia Thrombey viene sconvolta dall’improvvisa morte di uno dei suoi componenti. Tutti i parenti della vittima si trasformano automaticamente in possibili indiziati e nessuno di loro può sentirsi al sicuro: molti infatti sono i moventi e pochi gli alibi. La risoluzione dell’enigma toccherà al famoso e arguto detective Benoit Blanc, che riuscirà (forse) a smascherare il colpevole. Impossibile non vedere il richiamo al celebre romanzo giallo Dieci Piccoli Indiani.

Il film giallo e la materia grigia

Come in tutti i film gialli che si rispettino, la possibilità del pubblico di sostituirsi al detective è il requisito fondamentale. Cena con delitto segue questa prassi mettendo sullo stesso piano il detective Blanc e lo spettatore seduto in sala. Certo, Blanc può rileggere le dichiarazioni dei sospettati e ha più tempo per riflettere sul caso, ma l’importante è che lui non conosca elementi che al pubblico risultino sconosciuti.

Anzi, ad essere pignoli, è lo spettatore che conosce qualche dettaglio in più rispetto al detective.

Pertanto, ognuno può sviluppare la propria “materia grigia”, teorizzando complotti, smontando gli alibi e incrociando le prove che accusano o scagionano questo o quell’indiziato. In un film giallo non basta guardare, bisogna osservare. Non basta recepire gli indizi, bisogna ricomporli dando un senso alla vicenda.  

Stereotipi di successo

L’esclamazione Lo sapevo! al termine della proiezione di un giallo-thriller è ciò che ci fa apprezzare questo genere di film e Cena con delitto rientra a pieno titolo nel novero dei classici detective movies. Infatti troviamo personaggi chiaramente stereotipati come il carismatico padre di famiglia, i figli opportunisti e orgogliosi, i nipoti sbandati e ribelli e un personaggio esterno che mescola le carte in tavola. A questi ci aggiungiamo l’inutilità della polizia e un investigatore brillante, portiamo tutti quanti in una villa maestosa circondata da un giardino enorme, (come nei migliori romanzi di Agatha Christie) e il delitto è servito!

L’ambientazione è contemporanea ma è verosimilmente circoscritta in un unico luogo. Tale espediente è tipico del giallo ed è indispensabile per la buona riuscita della pellicola: basti pensare a Il nome della rosa (in un’abbazia fredda e isolata) o al celebre Assassinio sull’Orient Express (sul treno bloccato in una tormenta di neve). Per il resto c’è l’immancabile colpo di scena spiazzante (se riuscite a prevederlo, tanto di cappello) e la soddisfazione di aver trascorso un paio d’ore in compagnia di un ottimo film, intelligente e non banale.

Decisamente un sì.


Oskar

Cineamatore convinto, Oskar pensa che ogni pellicola abbia un potenziale da non sprecare. I suoi veri cult però sono pizzoccheri e polenta taragna.