Joker: una lacrima vi seppellirà

di Oskar |
Le premesse

Il Joker dell’indimenticato Heath Ledger sembrava impossibile da eguagliare, eppure l’interpretazione di Joaquin Phoenix ha impressionato positivamente sia il pubblico che la critica. Il merito dell’alto livello artistico toccato da Joker va attribuito anche a Todd Phillips: il regista presenta da un’altra angolazione la genesi del più famoso antagonista di Batman, servendosi di un percorso alternativo rispetto ai soliti blockbuster targati DC Comics o ai film sui supereroi Marvel. L’intenzione è quella di scavare nell’intimità di una persona fondamentalmente buona, la cui reazione violenta nei confronti della società si rivela sconvolgente.

La trama

Joker racconta l’esistenza a dir poco travagliata di Arthur Fleck, un modesto clown di Gotham City, impegnato a raggiungere una posizione che lo possa gratificare professionalmente. Purtroppo le sue capacità attoriali non sono eccelse e la fatica a sfondare nel mondo dello spettacolo accresce in lui una pericolosa frustrazione. Come se non bastasse, la precaria salute mentale non lo aiuta e le persone che incrocia sul proprio cammino sono esclusivamente fonte di tensione e scoramento. Tutti questi elementi, caricati sulle fragili spalle di Arthur, porteranno alla trasformazione di un clown in uno psicopatico assassino.

L’insostenibile pesantezza dell’essere

In una comunità in cui gli emarginati restano tali e dove un gesto gentile viene considerato una debolezza, Arthur si sente schiacciato dalle conseguenze dei quotidiani torti subiti. Pertanto, l’unico rimedio in grado di arginare la miseria senza fine è lo scontro frontale tra sé e Gotham City. Arthur diventa il simbolo della ribellione verso un sistema che indossa un altro tipo di maschera, quella di una finta solidarietà, utile a nascondere l’indifferenza nei confronti del prossimo. Lo spettatore è quindi portato empaticamente a tifare per Arthur, pur conoscendo la sorte che lo attende. Inoltre riconosce che le piccole grandi ingiustizie capitate al protagonista sono in fondo le stesse che in tono minore succedono alla gente comune. Infatti, chiunque potrebbe confermare come l’accumulo di ripetute sopraffazioni provochi una rabbia forte, capace di esplodere all’esterno, talvolta in modo costruttivo e liberatorio, talvolta in maniera tragica e irreversibile.

Premi in vista

Il malinconico Joker interpretato da un memorabile Joaquin Phoenix, lascia un graffio di rara incisività in un 2019 non troppo esaltante dal punto di vista cinematografico (almeno finora). L’attore ricordato principalmente per l’antipatico ruolo di Commodo (Il gladiatore) trasmette con maestria un senso di impotenza misto a compassione, accentuando uno squilibrio psico-fisico angosciante. In tal senso la colonna sonora, tanto incalzante quanto deprimente, tende ad incupire ancora di più una pellicola che senza dubbio figurerà tra i candidati all’Oscar, come miglior film e non solo. Già Todd Phillips ha messo in bacheca il Leone d’oro di Venezia e non ci sorprenderemmo se dovesse intascarsi anche la statuetta nella rassegna americana del prossimo febbraio.

In definitiva, un film consigliatissimo e imperdibile.

Non si potrebbe dire lo stesso di Maleficent… leggi qui la mia recensione!


Oskar

Cineamatore convinto, Oskar pensa che ogni pellicola abbia un potenziale da non sprecare. I suoi veri cult però sono pizzoccheri e polenta taragna.