Frozen 2: un grande freezer e poco altro

di Oskar |
Le premesse

La fredda e redditizia scia tracciata da Frozen – Il regno di ghiaccio aveva posto le basi per la realizzazione di un sequel. Puntualmente è arrivato Frozen 2 – Il segreto di Arendelle. Finora la reazione del pubblico è stata molto positiva ed è la logica conseguenza dei punti di domanda lasciati abilmente in sospeso dopo il primo film: da dove provengono le due sorelle? Qual è il magico segreto che si nasconde dietro ai poteri di Elsa? E soprattutto… esistono forme di vita che non abitino ad Arendelle?

(ALLARME SPOILER: se non hai visto Frozen 2 non leggere oltre. Potrebbe interessarti la recensione di Maleficent! )

La trama

Un canto misterioso e lontano inquieta Elsa, la sola in grado di sentire quella soave litania. Così, la regina di Arendelle, accompagnata dalla sorella Anna e dagli immancabili Kristoff, Sven e Olaf, si inoltra in una fittissima nebbia che impedisce a chiunque di entrarvi. Quello che la divertente compagnia trova al di là della nebbia è una stupenda foresta governata magicamente dai quattro elementi primari (acqua, aria, fuoco, terra). La foresta darà ai protagonisti alcune risposte, tra le quali la provenienza del canto che guida Elsa e il motivo per cui la nebbia non può essere spazzata via.

103 minuti e sentirli (quasi) tutti

Che i bambini stravedano per i prodotti Disney è risaputo. Che ne restino ammaliati anche gli adulti è altrettanto vero. Frozen 2 chiaramente non fa eccezione: la grafica pulitissima, i paesaggi spettacolari e una spiccata fantasia sono indubbiamente i suoi punti di forza. Fin qui, niente da eccepire. Lasciano invece un po’ perplessi le ovvietà nei dialoghi tra le sorelle, i goffi tentativi di Kristoff di dichiararsi ad Anna e l’irritante snobismo di Elsa, se possibile ancora maggiore rispetto al primo Frozen

Elsa e Anna, le due sorelle protagoniste dal film Frozen 2

A questo si aggiungono gli assoli dei singoli personaggi. Ora, nei classici Disney ogni eroe e ogni cattivo che si rispetti intona la propria canzone.  Pensiamo a Sarò re di Scar, a Le campane di Notre Dame o ancora a Il mondo è mio del duo Aladdin-Jasmine; non ultimo, in Frozen – Il regno di ghiaccio, il tormentone Let it go interpretato da Serena Autieri, ha avuto un successo planetario.

Nel secondo capitolo di Frozen, però, la storia è spezzettata da troppe canzoni (tradotte a mio avviso in modo rivedibile), che rischiano di trasformare l’attesissimo film d’animazione in un musical. Fortunatamente i bambini sono distratti dal simpatico Olaf, che sa strappare qualche risata pure agli adulti. Insomma, un film da vedere per passare una serata fuori con la famiglia, col rischio però che nei primi 80’ minuti di proiezione i genitori finiscano con lo schiacciare un pisolino…

Immagine dal film Dreamworks Il piccolo Yeti
UNA DRITTA PER GLI AMANTI DEL GHIACCIO:

Se vi piacciono il freddo e i luoghi esotici, guardate Il piccolo yeti.  Un film che vi porterà direttamente in Cina, dalle caotiche città, alle campagne, fino alle bianche vette dell’Himalaya in compagnia di un simpatico e prodigioso Yeti. Non è Disney, è una produzione Dreamworks, ma pure la concorrenza ha diritto ad avere un’opportunità, tanto più se la merce proposta è di ottima fattura.


Oskar

Cineamatore convinto, Oskar pensa che ogni pellicola abbia un potenziale da non sprecare. I suoi veri cult però sono pizzoccheri e polenta taragna.