Buon compleanno, Al Pacino!

di Oskar |

Ebbene sì, anche i divi di Hollywood invecchiano!

Oggi tocca ad Al Pacino tagliare il traguardo degli ottant’anni, cinquanta dei quali passati sui set cinematografici di film entrati nella storia dalla porta principale. Riavvolgendo la  pellicola della sua straordinaria carriera, ci tornano alla mente alcuni personaggi che sono diventati delle vere e proprie icone sia per cinefili che per profani.

Andiamo per decadi: negli anni ’70 Al Pacino ha forse dato prova di una spiccata versatilità passando dal ruolo del poliziotto incorruttibile in Serpico al boss mafioso nella saga Il Padrino senza dimenticare la parte dell’improvvisato rapinatore in Quel pomeriggio di un giorno da cani.

Poi, nel 1983, Al Pacino è il protagonista di Scarface, un film che da solo varrebbe una carriera. L’attore italo-americano è l’incarnazione dell’avidità più spietata, la stessa avidità che lo porterà alla rovina. Scarface è giustamente annoverato tra i film cult, sia per le citazioni memorabili sia per la grande personalità mostrata da Pacino (invidiata un po’ da tutti noi eh eh).  

Il percorso “criminale” di Al Pacino prosegue anche negli anni ’90: in Carlito’s way interpreta un ex spacciatore portoricano intenzionato ad uscire dal mondo del malaffare; in Donnie Brasco è invece un malavitoso  old style che involontariamente accoglie un poliziotto sotto copertura all’interno del proprio covo di gangster. Se Carlito Brigante ha ancora quel fascino che si porta dietro da Scarface, il personaggio di Lefty in Donnie Brasco è più dimesso e meno arrogante dei suoi predecessori; un segno di come Al Pacino sappia reinventarsi nuovi ruoli senza mai sfigurare.

Per aver interpretato il burbero colonnello Frank Slade in Profumo di donna (1993), Pacino riceve finalmente il premio Oscar, scelta per la quale la giuria ha tenuto sicuramente conto della difficoltà di recitare la parte di una persona non vedente.

Per chiudere il cerchio degli anni ’90 bisogna menzionare L’avvocato del diavolo (uno dei miei preferiti) in cui Pacino riveste i panni niente meno che del diavolo in persona. Una parte esaltata dall’arguzia e dall’energia dell’attore che si cala perfettamente nel ruolo, riuscendo a catalizzare l’attenzione di tutti i personaggi presenti nel film e a incuriosire la morbosità dello spettatore.

Nel nuovo millennio Pacino non ha raggiunto gli apici dei decenni precedenti anche se sono da apprezzare i suoi ruoli in Insomnia, affiancato da Robin Williams, e in Il mercante di Venezia (tratto dall’omonima opera di Shakespeare) in cui interpreta l’avaro e barbuto ebreo Shylock. A proposito, vi invito ad ascoltare sia il monologo di Shylock, sia il discorso motivazionale di Pacino in Ogni maledetta domenica dove impersona un navigato allenatore amato dalla sua squadra ma osteggiato dalla dirigenza.

Ultimo sussulto del vecchio Al è la nomination all’Oscar per il miglior attore non protagonista in The Irishman. Il premio gli è sfuggito ma la performance nel ruolo del misterioso sindacalista Jimmy Hoffa è stata più che soddisfacente.

Pacino ha lavorato con i registi migliori e ha collaborato con gli attori più famosi degli ultimi cinquant’anni (Brando, Di Caprio, Pitt, Depp, Penn, Clooney… giusto per citarne alcuni) senza mai esserne oscurato. Speriamo che ci possa regalare un’ultima perla prima di proiettare i titoli di coda della sua interminabile carriera.

E allora tanti auguri ad uno dei più celebri ottantenni del mondo!


Oskar

Cineamatore convinto, Oskar pensa che ogni pellicola abbia un potenziale da non sprecare. I suoi veri cult però sono pizzoccheri e polenta taragna.